L’ansia e lo stress sono causa di diverse cattive abitudini, la più comune è senza dubbio quella di mangiarsi le unghie. Il nome scientifico di questo atto è “onicofagia”, dal greco òniks–ònykhos (unghia) e phagia (mangiare).
L’onicofagia si verifica quando una persona usa i denti per sbucciare o mordere la parte superiore delle dita, una alla volta, ma tutte e dieci, indiscriminatamente. Di solito, chi mangia le unghie non se ne rende conto fino a quando qualcun altro non glielo fa notare, agisce quindi in uno stato di incoscienza.
Negli ultimi trent’anni, gli esperti in medicina e psicologia stanno studiando in modo più approfondito questo tipo di dipendenza, tanto che è cambiata la classificazione: da semplice abitudine a disturbo ossessivo-compulsivo. Il DSM-IV-R (ovvero il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) classifica l’onicofagia come un disturbo del controllo degli impulsi, mentre l’ICD-10 (la Classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati stilata dall’OMS) indica l’onicofagia tra gli altri disturbi specifici del comportamento e delle emozioni che si presentano classicamente durante l’infanzia e l’adolescenza.
Secondo uno studio condotto dai pedriatri Leung e Robson dell’Università di Calgari, questa abitudine colpisce il 30% dei bambini tra 7 e 10 anni e il 45% degli adolescenti. I due pedriatri specificano che le cause possono essere diverse. Non solo stress, ma anche imitazione di altri membri della famiglia, ereditarietà, transfert dell’abitudine di succhiare il pollice. Altre scuole di pensiero aggiungono fattori come noia e disturbi alimentari, la letteratura sull’argomento è davvero folta anche perché la causa dell’onicofagia sembra essere tutt’altro che univoca.
Nella maggior parte dei casi, il mangiarsi le unghie sparisce con l’età adulta, ma è comunque bene cercare di porre subito rimedio per evitare le conseguenze negative, che non sono solo estetiche (arrossamento, ingiallimento e sanguinamento della pelle vicina alle unghie) e psicologiche (senso di insicurezza per l’aspetto delle mani), ma anche più importanti, quali: infiammazione acuta del tessuto cellulare delle dita, deterioramento della lamina ungueale, infiammazione della faringe (dovuta alle unghie ingerite), possibili infezioni dovute al trasporto di germi, problemi ai denti, considerato che viene intaccato lo smalto, e alle gengive.
Come aiutare dunque i nostri bimbi o ragazzi a eliminare questa brutta abitudine che potrebbero portarsi avanti anche da adulti?
Abbiamo chiesto consiglio alla Dottoressa Lorenza Rossi, specializzanda in pediatria, che interpellata ai microfoni di TCS ci aiuta a inquadrare il problema e ci suggerisce alcune strade per aiutare i più giovani a smettere di mangiarsi le unghie.
NON SGRIDARE O MINACCIARE, MA DIALOGARE PER TROVARE LA CAUSA
“Quando notate che i vostri bambini o ragazzi iniziano a mangiarsi le unghie occorre subito cercare di capire perché lo fanno e se vi è qualcosa che li disturba o li preoccupa. Alla base di questo problema c’è quasi sempre una situazione di malessere o disagio interiore che va esplorata.
Non bisogna e non serve sgridare o minacciare ma è importante dialogare con i propri figli alla ricerca di una causa nascosta che spesso fanno fatica a raccontare.
Se emerge un problema bisogna aiutare i bambini a risolverlo ed è utile provare a distrarli dai pensieri che li disturbano. Trascorrere tempo all’aperto, fare sport ed attività artistiche possono allontanare i bambini dai molti problemi quotidiani che devono affrontare rendendo il percorso più semplice”.
INSEGNARE LORO A PRENDERSI CURA DELLE PROPRIE MANI
“Così come hanno imparato a lavare i denti da più piccoli potranno imparare a curare le mani e le proprie unghie in modo da poterle mostrare senza vergogna quando saranno più grandi.
In questo percorso è molto importante il ruolo del pediatra che può aiutare la famiglia a far emergere eventuali difficoltà che sta attraversando il bambino e a presentare, sempre senza terrorizzare, i rischi legati al mangiarsi le unghie”.
ATTENZIONE AI MODELLI DI RIFERIMENTO
“Per trasmettere l’importanza di non mangiare le unghie è importante che i genitori stessi non abbiano il vizio di mangiarle e che mostrino mani ben curate. Soprattutto quando i bambini sono piccoli tendono ad imitare molto i propri genitori e questo potrà rendere più facile e spontaneo il percorso educazionale”.
LE PALLINE ANTI-STRESS E LA PENNA DURANTE LO STUDIO
“Durante i momenti di studio a casa, l’utilizzo di palline anti-stress in una mano e la penna per scrivere nell’altra possono tenere le unghie lontane dalla possibilità di essere mangiate.
È necessario incoraggiare i bambini a smettere di mangiar le unghie spiegando loro che con il tempo le unghie si rovineranno, saranno a rischio di infezioni e non cresceranno più forti come prima”.
L’UTILIZZO DELLA “LIMETTA”
“Spesso i bambini mangiano le unghie perché sono mal tagliate, asimmetriche e con zone che danno fastidio al tatto. L’utilizzo della lima o delle forbicine per regolarizzare il contorno ungueale può far ridurre il desiderio di mangiarle”.
LO SMALTO COLORATO PER LE BIMBE/RAGAZZE
“L’applicazione di smalto colorato sulle unghie nelle femmine può farle desistere ancor di più dal mangiarle per non rovinarle. Come primo obiettivo si può iniziare a non far mangiare una singola unghia delle mani per poi progressivamente eliminare il vizio anche sulle restanti dita”.
PRODOTTI CON SAPORE AMARO (SOLO IN ACCORDO CON PEDIATRA E BAMBINO)
“Nel caso che questi accorgimenti non siano sufficienti, in accordo con il pediatra e soprattutto con il bambino, si può pensare di utilizzare dei prodotti con sapore amaro che si applicano sulle unghie facendo passare la voglia di continuare a morderle. Questi smalti non vanno imposti come punizione o terapia senza avere l’approvazione del bambino ma vanno scelti insieme a lui.
Nella maggior parte dei casi smettere di mangiarsi le unghie è un percorso lungo e difficile, con frequenti ricadute nei periodi di maggior stress, ma non bisogna arrendersi. L’appoggio continuo della famiglia e del pediatra potrà aiutare i ragazzi a smettere e loro alla fine saranno molto soddisfatti di essere riusciti a raggiungere l’obiettivo”.
Se avete delle esperienze da raccontare e condividere, suggerimenti su altri metodi che avete provato con successo o domande da porre ai nostri esperti potete contattarci attraverso la nostra pagina Facebook!