Il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità presenta dati allarmanti sulla situazione attuale e sui possibili scenari futuri: l’obesità è un fenomeno sempre più “giovane”. La previsione è catastrofica: fra dieci anni oltre 254 milioni di bambini nel mondo saranno obesi e i più a rischio di un alto tasso di obesità infantile saranno quelli dei Paesi del Mediterraneo.

obesità infantile

Occorre agire in fretta. Non solo il trend mondiale è preoccupante, lo è anche quello europeo. Strano, ma vero perché i Paesi del vecchio continente sono sempre stati, per tradizione, più attivi nel sensibilizzare la popolazione sull’importanza di una sana e corretta alimentazione per evitare l’obesità infantile.

Entrando ancor più nel dettaglio geografico, all’Italia spetta un infausto primato: i nostri bimbi sono attualmente i più grassi d’Europa.

Perché proprio la patria della dieta mediterranea, riconosciuta da molti come la più appropriata?
Qual è il motivo?

La comunità scientifica è unanime nell’affermare che la risposta dev’essere cercata su più fronti, non esiste un unico fattore scatenante. Per risolvere la questione è necessario il coinvolgimento e l’impegno congiunto di specialisti, famiglie e istituzioni. Noi indichiamo tre punti principali che possono rappresentare l’occasione per una riflessione più ampia.

1.
L’educazione alimentare

obesità infantile

L’attuale organizzazione famigliare prevede, nella maggior parte dei casi, entrambi i genitori impegnati a lavoro per più ore al giorno. Questo riduce inevitabilmente il tempo necessario alla preparazione di cibi con ingredienti selezionati. Spesso si ricorre a cibi precotti o ultraprocessati, di provenienza industriale, che notoriamente contengono un livello maggiore di zuccheri, carboidrati e grassi.

L’azione più efficace è cercare di evitare il più possibile tutti gli alimenti e ingredienti che hanno subito trattamenti durante le lavorazioni, prediligendo pietanze con frutta e verdura di stagione. L’alimentazione sana dev’essere occasione di confronto e di insegnamento per chi si occupa di educazione, dalle famiglie agli istituti scolastici, come quelli che hanno scelto il diario InDueRighe di quest’anno.

Un bambino consapevole ed educato a uno stile di vita equilibrato sarà un adulto in buona salute che a sua volta sarà in grado di trasmettere ai propri figli le regole di un’alimentazione appropriata.

2.
Il diritto alla sana alimentazione

cibi di stagione

Un secondo aspetto riguarda l’accessibilità economica di molti preparati, il cui prezzo spesso è addirittura sproporzionato rispetto alla qualità. Questo ha esposto le fasce economicamente più deboli a preferire e ricorrere al cosiddetto junk food, ipercalorico e inappropriato soprattutto per bambini e ragazzi in fase di sviluppo. Oltre all’educazione alimentare, serve dunque ampliare le possibilità di accesso ai cibi salutari. La sana alimentazione dev’essere un diritto di ogni cittadino.

3.
Lo stile di vita

videogame bambini

Infine, il cibo non è l’unico responsabile. Ci sono altri fattori che dipendono dallo stile di vita che fin da piccoli dev’essere adottato per scongiurare il sovrappeso. Stiamo pensando alla sedentarietà, all’overdose di smartphone, ai videogame e alle attività online che, portati all’eccesso, disincentivano i ragazzi dallo svolgere attività fisica all’aria aperta o in strutture predisposte.

Cosa possiamo fare dunque per migliorare la situazione e impedire che lo scenario previsto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità si trasformi in realtà?

Lo sforzo deve essere collettivo. Da una parte, le Istituzioni dovrebbero prevedere l’inserimento di programmi educational già nelle scuole e predisporre spazi verdi attrezzati affinché tutti i ragazzi possano accedervi. Dall’altra, le famiglie dovrebbero prestare più attenzione alle attività proposte ai propri figli, prediligendo quelle sportive, laddove anche la socialità sia fondata sulla pratica di queste attività.
In ultimo, è bello pensare a un mondo in cui sia possibile migliorare la gestione del tempo da parte delle famiglie, in modo che riescano a dedicare parte del loro tempo anche ai figli, la cui educazione viene spesso delegata a figure terze o a loro stessi quando sono adolescenti. In questi giorni si parla molto di smartworking e nuovi modelli di lavoro non legati strettamente alla variabile tempo e spazio… Una possibile soluzione per migliorare la loro vita oltre che la loro alimentazione?